Skullbreaker, scherzo pericoloso a scuola. Studente ferito, tre amici denunciati
21-02-2020 11:06 - News da Foxpol
La questura avvierà una campagna di sensibilizzazione contro questo tipo di giochi, fanno in emulazione dei video su Tik Tok.
Fonte: Corriere.it
Sulle piattaforme social più frequentate dai giovani (Instagram, Tik Tok, ecc) sta spopolando la moda delle «Challenge», delle sfide estreme degli adolescenti. In particolare sta impazzando l’ennesima challenge pericolosa «Skullbreaker challenge» ovvero lo «sgambetto spaccatesta», che consiste nel convincere un ignaro amico (la vittima) a saltare insieme e in mezzo a due altri amici, mentre un terzo riprende con il telefonino. Nel momento del salto chi sta al lato fa un sgambetto alla persona centrale che perde l’equilibrio e cade di schiena o peggio picchia la testa con esiti anche gravi. Uno «scherzo» mascherato da sfida che viene postato sui social network e in particolare su Tik ToK che è il più amato tra i giovanissimi.
Questo è quanto accaduto anche presso un Istituto superiore della provincia di Bergamo, come denunciato alla Questura di Bergamo dai genitori di uno studente del primo anno che, durante l’intervallo, nella mattinata del 17 febbraio è stato vittima della pericolosa moda riportando un problema alla cervicale con 20 giorni di prognosi. Il giovane è stato immediatamente soccorso mentre i tre amici sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia per lesioni e violenza privata. L’Autorità Giudiziaria valuterà i profili antigiuridici della diffusione del video.
Per questo il questore Maurizio Auriemma, il Vicario del Questore Edgardo Giobbi e il Medico principale della Polizia di Stato Alfio D’Agati Placido hanno avviato il primo di una serie di incontri con gli studenti, per diffondere una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno, per far comprendere la pericolosità del gioco e delle emulazioni dei video in rete, con il monito di non accettare di partecipare a tali sfide perché si rischia la vita e conseguenze giuridiche serie.
Fonte: Corriere.it